venerdì 14 settembre 2012

Si va in quota - Per la prima volta oltre i 4000 m

Sono diversi mesi che non vado in montagna, dalla fine di giugno, e verso l'inizio di settembre il lavoro mi porta sulla riviera ligure. Naturalmente penso di organizzarmi per fare un blitz sulle Alpi. Decido che, finito il lavoro il venerdì, potrei fare un salto in montagna sabato e poi rientrare direttamente a casa per passare la domenica con Pablo e fare qualche lavoretto.
Il programma è ormai delineato: la meta deve essere per forza di cose essere scelta fra quelle più facilmente raggiungibili, ovvero con un impianto di risalita che arrivi ad alta quota per consentirmi una salita con un dislivello non eccessivo e che tecnicamente sia altrettanto facile. La scelta cade sul monte Breithorn, nel gruppo del monte Rosa, caratterizzato da una lunga cresta con tre vette principali, di cui due facili tecnicamente e abbastanza vicine agli impianti di risalita che da Cervinia arrivano al comprensorio sciistico del Plateau Rosa. La sveglia è per le 03.00 di notte dato che parto dalla zona di Sestri Levante e devo fare quasi 300 km per arrivare a Cervinia ad orario accettabile per l’apertura della funivia. La sveglia è abbastanza dura, ma nel giro di pochi minuti riesco a prepararmi ed alle tre e mezza sono già in autostrada, così alle 7 circa riesco ad arrivare a Cervinia, dove trovo un parcheggio gratuito e finisco di sistemare attrezzatura e vestiario. Intanto già dal parcheggio il Cervino appare splendido, inondato dalla rosata luce mattutina.
Il Cervino illuminato dal sole nascente
Faccio il biglietto di andata e ritorno per il Plateau Rosa (29 €) e mi avvio agli impianti, dove scopro la forma di vita più aggressiva che esista sul pianeta: i ragazzini delle scuole sci, che sono qui a frotte, disposti a gettarti in un altoforno pur di passarti avanti per l’ingresso; ti spintonano, ti sbatacchiano e ti danno gli sci in testa. Veramente tremendi, passate pure…. Dopo i tre tronconi della funivia sono infine al Plateau Rosa, a poco meno di 3500 m di quota. La giornata è veramente magnifica, ed in lontananza si vedono chiaramente a sud il Gran Paradiso e la Grivola, mentre ad ovest spiccano il Gran Combin ed il Monte Bianco, ma è il Cervino in tutto il suo splendore ad attirare magneticamente lo sguardo.
Il Cervino Sullo sfondo del Plateau Rosa
Gran Paradiso e Grivola
 
A nord del Cervino si delinea la splendida dorsale della Corona Imperiale con diverse cime oltre i 4000, fra cui spiccano il bellezza il Weisshorn e lo Zinalrhothorn.
Cervino con Dent d'Herens a sinistra e Corona Imperiale a destra
Dettaglio della Corona Imperiale: da sinistra, Ober Gabelhorn, Zinalrhothorn e Weisshorn
Gli sciatori si immettono immediatamente nelle piste, mentre gli alpinisti (o presunti tali come me), si preparano sgranocchiando qualche barretta, indossando imbragatura, ramponi, e preparando la cordata. Parto verso le 08.30, e la prima parte è di certo la più pericolosa: bisogna infatti arrivare alla pista di sci e poi attraversarla, cercando di evitare gli skilift e gli sciatori, calcolando adeguatamente i tempi di attraversamento. Spesso gli sciatori passano mooolto vicini…Terminato l’attraversamento delle piste ci si dirige verso il Plateau del Breithorn ed il relativo passo, affrontando pendenze moderate e quasi sempre, tranne l’ultimo tratto, sulle piste battute dai mezzi provenienti dal Plateau Rosa e dalla stazione di arrivo dalla Svizzera del Klein Matterhorn (Piccolo Cervino).
Sulla destra la stazione di arrivo al Klein Matterhorn, sullo sfondo il Monte Bianco ed il Gran Combin a destra
 
Dal plateau del Breithorn, dove quasi tutti si fermano per assestare la cordata e spogliarsi, si vede molto chiaramente quasi tutto l’itinerario da percorrere, che non sembra niente affatto difficile, ma in compenso ci sono veramente tantissime persone.
Breithorn occidentale e centrale
Si tratta principalmente di cordate piuttosto numerose, addirittura fino ad 8, condotte dalle guide, seguono come numero le cordate di 2-3 amici, e poi qualche solitario come me.
Folla di cordate in salita
La maggior parte parla tedesco, seguono l’italiano e il francese. Dal colle del Breithorn la vista abbraccia anche le vette verso est dei Lyskamm, del Castore e del Polluce.
Breithorn Pass con i Lyskamm sullo sfondo
 
Sono a circa 3800 m di quota, e la fatica comincia a farsi sentire, oltre al caldo; mi fermo piuttosto spesso a rifiatare per evitare sforzi che potrei pagare più tardi e mi godo la splendida vista. Ogni tanto mi sposto dalla traccia principale, che procede con qualche zig-zag lungo il versante del Breithorn occidentale, per far passare qualche cordata più veloce o per passarne qualcuna più lenta. Finalmente guadagno la cresta e l'orizzonte si allarga a dismisura, con ad est la parte centrale del Gruppo del Monte Rosa e la bella cresta del Mischabel che prosegue verso nord.
Dalla cresta verso ovest: l'alta valle di Zermatt con Cervino, Dent d'Herens e Dent Blanche a destra
Zermatt e la sua Valle, con sullo sfondo le cime dell'Oberland Bernese
 
Ormai sono a poche decine di metri e mi rendo conto, come immaginato, che in cima c'è un bel pò di gente;
Folla sulla cima occidentale
pazienza, non era certo oggi il giorno dell'avventura selvaggia e solitaria.... in cima mi fermo poco, 2-3 minuti, il tempo di fare delle foto, ammirare la bellezza dei dintorni, riconoscere le varie cime e mangiare una barretta. 
La dorsale del Mischabel a nord del Monte Rosa
A fare la salita ho impiegato circa 3 ore per 700 m di dislivello circa: una vera lumaca!; comunque sono molto soddisfatto, non avevo affatto intenzione di correre nè di forzare il ritmo, è la mia prima volta oltre i 4000 m, la cima del Breithorn occidentale è infatti a 4165 m.
Finalmente in vetta con vista verso occidente
Dalla cima verso est: la parte centrale del Monte Rosa con le Punte Nordend, Dufour, Zumstein e Gnifetti da sinistra a destra; ancora più a destra i Lyskamm
 
Mi avvio verso la vetta centrale, che verso est appare veramente bellissima e eccitante, con delle cornici davvero spaventose sul versante svizzero. 
Vetta centrale e Lyskamm sullo sfondo
La cresta che separa le due vette è a tratti veramente aerea e stretta, non più di mezzo metro con versanti di 300-400 a nord e sud, un passaggio veramente mozzafiato!.
Cresta fra i due Breithorn
Adesso comunque la fatica si comincia veramente a sentire, mi fermo ogni 40-50 m approfittandone per fare foto, fra cui quelle dello spettacolare passaggio a destra delle cornici aggettanti. Dopo pochi minuti sono comunque in vetta anche al Breithorn centrale e qui mi fermo 3-4 minuti, estasiato dal paesaggio e semi-distrutto dalla fatica e dallo scarso acclimatamento.
Vetta occidentale vista dalla centrale, con il Cervino sullo sfondo
La cordata che mi precede nella zona più insidiosa delle cornici
Passo anch'io vicino le simpatiche cornici
In vetta al Breithorn centrale
 
L'insufficiente permanenza in quota e la troppo rapida salita dal livello del mare dove ho soggiornato gli ultimi giorni si fanno quindi sentire e comincio a sentire molto chiaramente i sintomi del mal di montagna, dapprima un accenno di mal di testa, in rapido aumento, e poi una netta nausea e la barretta appena mangiata che si fa sentire sullo stomaco..... L'unica maniera per alleviare i sintomi, visto che ho avuto la dabbenaggine di dimenticare, oltre al cappello ed alla protezione solare, anche gli antidolorifici, è scendere e perdere quota prima possibile. Inizio quindi il ritorno, dapprima dietro ad una coppia di lentissimi francesi, e poi, superatili, da solo. In discesa evito la risalita alla vetta occidentale e taglio direttamente dal colle che separa le vette verso il sottostante Plateau. Anche in discesa mi devo fermare spesso, la nausea ed il caldo mi opprimono; mi spoglio più che posso e rimango solo con la maglia intima, ma anche quella risulta troppo calda, così come pure i pantaloni, la prossima volta con questo clima devo partire molto più leggero. Con la discesa il mal di testa comincia a diminuire, ma la nausea è sempre forte ed il calore che sento addosso mi fa fare un gesto che apprezzerò molto: prendo la neve ghiacciata e mi bagno la testa e la nuca; l'idea si fa subito apprezzare, ho un notevole sollievo. La discesa comunque, vista la fatica ed il mio incedere non proprio elegante, sembra più una fuga. Saltuariamente continuo a bagnarmi con la neve e a bere spesso per non disidratarmi. Maledico il non aver comprato un cappello adatto per la modica somma di 12 €. Comunque, malgrado le difficoltà soggettive, riesco a raggiungere il Rifugio Guide del Cervino, dove mi siedo a rifiatare sulle prime rocce in grado di accogliere il mio fondoschiena. Ormai sono arrivato alla stazione della funivia, ma sono veramente distrutto, mi sento stanco, ma soprattutto la nausea non mi ha ancora abbandonato. Mi tolgo i ramponi, l'imbragatura ed infilo tutto nello zaino, avendo cura di raccattare dalle tasche (oddio, quale cavolo di tasca è?), il biglietto della funivia. Anche la mandria di sciatori si dirige ormai agli impianti: fra mezz'ora circa c'è l'ultima corsa di discesa. Si vedono scene veramente ridicole: signori di mezza età con i mocassini, tutti barcollanti, ed una signora, evidentemente non avvezza alla frequentazione di ghiacciai, girare in infradito, ovviamente riuscendo a fare si e no 4 metri fuori dalla stazione!, mah!. Anche in discesa la nausea si fa sentire, in particolare quando le cabine oscillano passando da un pilone all'altro; alle stazioni intermedie mi devo fermare ed uscire a respirare aria fresca, solo una volta ritornato a Cervinia, ormai a soli 2000 m, la nausea si allevia, e dopo un pò, sparisce anche quella, rimane solo un senso vago di stanchezza. La scalata, e la relativa discesa, sono ormai alle mie spalle, insieme alla profonda soddisfazione di essere riuscito in ciò che mi ero prefisso. La giornata però non è certo finita: devo rientrare a casa. Dopo essermi alzato alle 03.00 da Sestri Levante, aver fatto quasi 300 km in macchina, aver compiuto la scalata ai due Breithorn fin oltre i 4100 m e relativa discesa, faccio altri 1300 km filati fino a casa, dove arrivo alle 05.20 della mattina seguente. Dopo un sonno ristoratore, di ben 3 ore,  sono di nuovo in piedi per i lavori domenicali!