lunedì 6 maggio 2013

Serretta della Porticella - Il battesimo del Gato Negro

Tante volte ho desiderato portare in montagna con me mio fratello ed anche a lui l'idea non dispiaceva, a patto di non farlo alzare alle tre di notte. Fra impegni di famiglia e tempo inclemente l'appuntamento è stato rimandato tante volte, ma finalmente un sabato libero da impegni e con previsioni di tempo buono si è palesato. Per quanto riguarda la meta decido di andare sul versante est del Pollino per dare un'occhiata alla parete est della Serra delle Ciavole e salire Serra di Crispo o in caso di eccessiva neve molle, ripiegare sulla Timpa Falconara. Sveglia la mattina solo alle sei per non turbare troppo il riposo di Mauro, preparazione e partenza. Siamo al bivio della Falconara poco dopo le nove, certamente non presto ed in più la giornata, certamente splendida, promette temperature piuttosto alte; spero solo di trovare neve dura vicino le cime.
In avvicinamento, la Serra delle Ciavole, versante est
Il Dolcedorme dal versante della Fagosa
 
 Serra di Crispo, versante est
 
Fino a Masseria Rovitti il cammino è su strada forestale, facile e spedito, ma dopo la masseria il sentiero lo perdiamo immediatamente; non vengo da queste parti da una quindicina di anni e dalla Rovitti non sono mai passato....
Mauro in cammino con la piccozza impugnata in maniera "impropria"; sullo sfondo Serra di Crispo e Serretta della Porticella
In ogni caso avevo preventivato questa eventualità, ma in inverno e con la neve i sentieri hanno importanza relativa, avevo già deciso di orientarmi direttamente guardando le montagne. La Serra delle Ciavole è veramente stupenda e lascia intravedere diverse bellissime linee di salite, fra cui alcune veramente degne di essere scalate da gente in gamba, con misto di alta difficoltà.
Serra delle Ciavole, parete est, dalla strada forestale per la masseria Rovitti
 
Più a nord anche Serra di Crispo mostra belle salite, anche se più corte e meno affascinanti.
Il versante est di Serra di Crispo
 
Avanziamo nelle neve, a tratti molto alta e cedevole, attraversando in continuazione ruscelletti perenni e di fusione, fa un bel calduccio ed avanziamo solo con l'intimo addosso, il cielo è di un blu intenso meraviglioso.
Durante l'avvicinamento
 
Avanziamo sostanzialmente a tentoni nel bosco intuendo la direzione da seguire, che verifichiamo ogni tanto quando qualche radura ci consente di vedere meglio le montagne. Ad un certo punto incontriamo un sentiero e delle tracce di sci e decidiamo di seguirle, deve essere certamente il sentiero che passa dalla Grande Porta del Pollino e porta ai Piani del Pollino, penso di seguirlo per guadagnare quota e poi di obliquare verso nord fino alla base di Serra di Crispo.
Mauro in posa con il versante nord-orientale di Serra delle Ciavole
In salita affondiamo tremendamente nella neve ormai molle, a volte fino all'inguine (commenti di Mauro: ho lasciato l'impronta delle p...e nella neve!) e facciamo una bella fatica. Seguire il sentiero ci ha portato però un pò troppo verso sud e sbuchiamo fuori dal bosco in corrispondenza non di Serra di Crispo, ma di Serretta della Porticella, la più bassa delle cime del Pollino che superi i duemila metri. a quel punto, dopo un poco di tentennamenti ed aver valutato che per arrivare alla base di Serra di Crispo occorre almeno un'altra ora e certamente non avremmo trovato comunque buona neve, decidiamo di salire direttamente la paretina di Serretta della Porticella, che proprio di fronte a noi sembra molto breve, ma anche molto carina e forse ideale per l'iniziazione alpinistica del Gato Negro (soprannome di Mauro datogli dai suoi compagni di bisbocce ai tempi dell'università).
Serretta della Porticella, paretina scelta per la salita
 
La preparazione è alquanto comica visto che è la prima volta di Mauro con i ramponi ai piedi, e dopo aver montato il primo mi dice: "ah, ma sono destro e sinistro?", ed intanto si lamenta di avere i piedi completamente fradici, non ha infatti degli scarponi adattissimi, ma solo degli scarponcini da trekking.
Serra di Crispo vista da sud-est
 
Mauro in fase di preparazione
 
Ci leghiamo in cordata e comincio a salire un piccolo cono nevoso alla base della paretina che all'apice presenta la prima difficoltà, ovvero una sorta di piccola crepaccia terminale all'attacco con la parte rocciosa. La neve poco consistente non permette una salita agevole e più di una volta mi sembra di sprofondare nel vuoto della separazione fra il cono e la roccia. riesco infine a salirlo facendo una piccola diagonale. Quando finisce la corda faccio salire il Gato Negro assicurandolo a spalla visto che l'inconsistenza delle neve non permette nulla di meglio, ed anche la mia sosta non è che sia solidissima; mi sento piuttosto precario.
Il buon vecchio Ago in apertura sul primo tiro
 
Dopo il I tiro
 
Al secondo tiro decido quindi di andare a sostare su un piccolo affioramento roccioso al centro, che almeno permetterebbe una sosta migliore sui piedi. Qui a tratti la neve, poco più in ombra, è lievemente più dura.
 
Mauro impegnato fra I e II tiro
Al terzo tiro incontro parecchi buchi e la sensazione di insicurezza cresce, per cui obliquo decisamente verso destra per andare verso un ramo di Pino Loricato che almeno mi consentirebbe di fare una sosta degna di questo nome e posso assicurare il Gato con il classico mezzo barcaiolo dandogli piena sicurezza. Le pendenze sono discrete, costantemente intorno ai 45° nella parte mediana, mentre l'ultimo tiro davanti a noi sembrerebbe intorno ai 50-55° con una piccola cornice aggettante. Riparto e 15-20 metri arrivo alla cornice, che comincio ad abbattere a colpi di piccozza, mentre spesso mi cede la neve sotto i piedi e più volte perdo l'equilibrio e rischio di cadere, maledetta neve molle, poteva essere un minimo più compatta, cavolo siamo a duemila metri!, macchè!, fa troppo caldo.... Finalmente piantando entrambe le piccozze fino al becco ad issarmi oltre la cornice e mi trovo esattamente sulla vetta della Serretta della Porticella; mi siedo sulle roccette di cima al sole e recupero Mauro, che dopo un poco fa capolino dalla parete.
Il Gato sbuca dalla parete
 
La sua prima via è fatta, ed a mia conoscenza è forse anche la prima volta che viene salita questa paretina. La via si chiamerà "Il battesimo del Gato Negro".
In vetta
In cima Mauro si toglie gli scarponi zuppi e fa riscaldare i piedi che dice di non sentire più, mangiamo qualche biscotto ripieno di marmellata di fichi (autoprodotti) e beviamo il caffè che abbiamo portato nel thermos.
Il Gato si toglie finalmente gli scarponi zuppi
 
La vista è veramente bellissima con tutte le cime innevate e striate dal vento, che ha formato delle cornici veramente notevoli sul versante nord di Serra del Prete.
Il versante nord del Pollino
Serra del Prete - versante settentrionale, con meravigliose e flessuose cornici
 
Arrivano poi altre comitive salite da altri versanti e si fanno un pò di chiacchiere. Come spesso accade sul Pollino la maggior parte sono pugliesi. In discesa ovviamente cambiamo itinerario e scendiamo dal sentiero della Grande Porta del Pollino verso Casino Toscano seguendo le tracce delle altre comitive, ma ovviamente ad un certo punto mi rendo conto che stiamo deviando troppo a nord e stiamo finendo nel bacino del Sinni, per cui abbandoniamo le tracce e ci ributtiamo nel bosco seguendo l'orientamento ad istinto e dopo un poco di tempo avvistiamo la Masseria Rovitti e riprendiamo la strada forestale che ci riporta alla macchina, mentre Mauro nel frattempo fotografa qualche gruppo di crochi ed altri fiori.
Un bel Croco
 
Arrivati alla macchina abbiamo tutti i piedi zuppi e ci leviamo gli scarponi. La giornata è stata comunque veramente stupenda, certamente con il più bel clima dell'anno, anche se questo ha comportato la neve molle, ma non ci ha impedito di portare a compimento una salita, breve, ma molto simpatica.
Via "il battesimo del Gato Negro", PD-, sviluppo circa 90-100 m, 45°; uscita 50-55° (circa 15 m).