domenica 18 agosto 2013

Prime ferrate in Dolomiti - Nuvolau ed Averau

Per l'estate 2013 mi pongo l'obiettivo di salire qualche 4000 in Alpi e di approcciare al mondo dolomitico attaverso qualche ferrata e/o via normale. Per le Dolomiti scelgo di affontare i facili Nuvolau ed Averau, che hanno un accesso alla vetta abbastanza semplice per mezzo di alcuni tratti attrezzati. Ritengo che sia un buon approccio in vista di salite un poco più impegnative (via normale al Civetta) e un discreto acclimatamento per  le alte quote da affontare nei giorni successivi nel gruppo del Monte Rosa. Come quasi sempre accade parto da solo da Cosenza ed il primo pernottamento penso di farlo nella zona del Passo di Giau. Il viaggio è abbastanza tranquillo, poco traffico, meteo stabile. Arrivo in zona in serata e mi scelgo uno slargo poco sottostante il Passo di Giau intorno ai 2150 m per passare la notte in macchina; il dormire in macchina sarà una costante di tutte le nottate per risparmiare qualche soldo. La notte un temporale violentissimo si abbatte su tutta la zona e grandina terribilmente: sembra che il parabrezza si debba rompere da un momento all'altro; speriamo che almeno domani mattina il tempo sia buono!. In effetti gà nella seconda parte della notte spunta un bel cielo stellato.
Il gruppo dell'Averau al levar del sole dal posteggio in cui ho dormito
La Ra Gusela dal sentiero sopra il Passo di Giau
Ancora la Ra Gusela
L'indomani mattina il tempo infatti è splendido, porto l'auto al parcheggio del sovrastante Passo e mi avvio per la ferrata della Ra Gusela, che dà l'accesso all'altopiano del Nuvolau. Dopo i primi minuti di cammino però il sentiero indicato dalla carta che ho stampato da internet mi porta in una zona dove dice "chiuso", eppure la ferrata dovrebbe percorrere l'evidente canalone che mi si presenta davanti!; decido di andare ancora in direzione nord-est aggirando la Ra Gusela e seguendo un segnale che indica "ferrata", mah!, in effetti comunque il sentiero adesso è molto netto e ben tracciato e dopo un poco mi ritrovo all'attacco della ferrata. In effetti a posteriori saprò che l'originario tratto di ferrata era stato chiuso a causa di frane e riattrezzato nella posizione che ho trovato io.
 
Tofana di Rozes e Cinque Torri dal sentiero di accesso alla ferrata
Indosso l'imbrago ed il set da ferrata e parto. Il primo tratto è semplicissimo, in orizzontale su larga cengia e il cavo non lo uso affatto, segue poi un tratto in diagonale ascendente, ripido, ma anch'esso facile, in cui uso delle scalette solo perchè impacciano il cammino.
L'intera ferrata con il primo facile tratto e l'ultimo in alto, più ripido
La grandine della notte precedente all'attacco della ferrata; notare le dimensioni nonostante siano passate parecchie ore
Il tratto ripido della ferrata, comunque non impegnativo
Nella parte alta incontro una coppia di inglesi che scendono senza attrezzatura, cosa che mi pare poco indicata. Dalla fine di questo primo tratto di ferrata vedo il rifugio in vetta al Nuvolau, che si raggiunge facendo un arco verso sinistra per il sentiero segnato e tralasciando sempre a sinistra le tracce che portano verso la cima della Ra Gusela.
Il rifugio in cima al Nuvolau, da cui si accede dalla cresta di sinistra, mentre a destra si nota l'Averau
 La Marmolada dalla cresta del Nuvolau
L'ombrosa parete nord-ovest del Civetta
In breve arrivo alla crestina di vetta, anch'essa attrezzata con cavi e scaletta, ma piuttosto facili, ed in breve arrivo sulla vetta del Nuvolau in cui è posto l'omonimo rifugio.
 
 Il tratto di cresta attrezzato che porta in cima al Nuvolau
Dalla cima del Nuvolau: l'Averau e l'omonimo rifugio al centro in basso.
Il Gruppo di Fanis
Al rifugio ci si prepara ad accogliere i turisti che a frotte fra poco arriveranno dal Rifugio Averau per il comodo sentiero che io percorro in discesa; vedo diverse bottiglie di prosecco infilate nel ghiaccio, però!, che rifugio mondano!. Comunque la vista è stupenda e spazia su tutti i principali gruppi dolomitici; particolarmente impressionante la vista sulla Tofana di Rozes e sulla Croda da Lago. Dopo una breve pausa scendo verso il Rifugio Averau da cui parte la traccia che porta all'inizio della ferrata dell'Averau.
La cinque torri con Cortina a destra
Rifugio Nuvolau ed autore
Qui c'è parecchia gente salita prevalentemente da Cortina, da cui si accede con larga strada sterrata e impianti di risalita; comunque molti si fermano semplicemente a gozzovigliare al rifugio. Imbocco il sentiero a mezza costa e in pochi minuti, con una rampetta finale un poco ripida e ghiaiosa, sono all'attacco della ferrata, dove un paio di ragazzi si apprestano a salire la paretina.
Il Nuvolau con il rifugio appollaiato in cima visto dal fianco dell'Averau
La ferrata è breve ma ripida, con un primo settore inzialmente quasi verticale e poi un poco appoggiato di circa 30 m, cui segue un tratto orizzontale facile ed ultimo tratto ripido di pochi metri; tutto emozionante, molto bello anche se breve.

Vista dal basso della prima parte della ferrata dell'Averau

Sulla ferrata dell'Averau
All'uscita della ferrata si sale serpeggiando fra le rocce con alcuni tratti un poco ripidi, ma sicuri; sale anche una coppia di tedeschi (o austriaci?) con un bimbo di circa 7 anni, che bravi!.
Bimbo e mamma in salita
Vetta dell'Averau

 Sulla cima dell'Averau; sullo sfondo il Pelmo
In cima: sguardo verso il gruppo delle Tofane
In circa 15-20 minuti sono alla croce di vetta, oltremodo panoramica, dove scatto qualche foto alla solatia Tofana di Rozes e all'ombrosa Civetta. Firmo anche il libro di vetta, il mio primo sulle dolomiti, protetto dalle intemperie nella sua scatola metallica. In discesa mi rendo conto di due cose: le ferrate sono più difficili in discesa e bisogna attendere che un gruppo esca da un tratto prima di ingaggiarlo altrimenti si fa un gran casino. In ogni caso io rendo disponibile il cavo e dò sempre la precedenza a tutti i gruppi. Adesso devo solo percorrere il sentiero che mi riporta al passo di Giau facendo il giro dalla parte ovest del gruppo del Nuvolau; ora è pieno giorno e sui sentieri si vedono i gruppi più disparati, anche con cagnetti fighetti al seguito, mentre al passo di Giau c'è una vera invasione di motociclisti tedeschi e di camperisti che pranzano al rifugio.
 
 Lo sguardo spazia verso la Croda da Lago
Il Passo di Giau al ritorno, affolati di turisti
Io invece mi faccio sul fornelletto un pentolino di riso alla cantonese con aggiunta di tonno, non proprio buonissimo, ma per risparmiare va bene pure questo. Nel pomeriggio mi trasferisco verso Pecol, Zoldo Alto, dove cerco un buon posto nel bosco per andare in bagno (la natura chiama) e poi per passare la notte in vista della salita del giorno successivo, la via normale del Monte Civetta, molto più impegnativa, ma questo lo racconterò nel prossimo post.

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